Cominciò a camminare accarezzando le piccole statue grigiastre che apparivano lente a ogni passo. «È questa, infatti, la nostra più grande fortuna: la loro interdipendenza, la madre della loro mediocrità. Quella che potrebbe essere la loro via di fuga, se osservassero bene, è invece così la loro condanna. Qualche volta ho giocato a inserire nei loro pensieri il dubbio: Sono disposto a “risvegliarmi” davvero, se questo implica il non poterlo raccontare a nessuno? Se dovessi risvegliarmi altrove?”. Mi creda, non ho ascoltato un solo “sì” nelle loro menti. Mai! Hanno creato manuali, decaloghi, breviari di risveglio il cui effetto è quello di farli piombare ancora più pesantemente nel sogno».
«Ah, sì. Al solo pensiero comincio a ridere e non la finisco più! Facciamo altri due passi e ne parliamo, le va?»
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